La malattia di Parkinson è un disturbo neurologico degenerativo che colpisce milioni di persone in tutto il mondo. Ancora oggi, tuttavia, si è alla ricerca di cure efficaci, definitive o quantomeno in grado di rallentare l’avanzare di questa patologia.
Nel corso di questo articolo vi presenteremo la Pet Therapy, che emerge come un’opzione di trattamento non farmacologico promettente, utile nel migliorare la qualità della vita dei pazienti affetti dalla malattia di Parkinson.
Indice
La Pet Therapy come opzione di trattamento non farmacologico per il Parkinson
La Pet Therapy, o terapia assistita dagli animali, è una tipologia di terapia che coinvolge l’interazione tra un paziente e un animale addestrato, con l’obiettivo di portare conforto e sollievo da una serie di condizioni di salute. Essa, va sottolineato, si basa sulla connessione naturale e benefica che si sviluppa tra gli esseri umani e gli animali.
Negli ultimi anni la Pet Therapy è stata esplorata come un’opzione di trattamento non farmacologico per una serie di disturbi neurologici, tra cui la malattia di Parkinson. Questo disturbo neurodegenerativo cronico, infatti, porta a una serie di problemi fisici e psicologici, tra cui tremori, rigidità, difficoltà di movimento, disturbi del sonno, ansia e depressione.
L’interazione con un animale può aiutare a mitigare alcuni di questi sintomi, riducendo ad esempio lo stress e l’ansia, migliorando l’umore e promuovendo un senso di benessere.
Inoltre, la Pet Therapy può incoraggiare l’attività fisica, mantenendo la mobilità e rafforzando il tono muscolare, apportando quindi un sostegno fondamentale per le persone affette da Parkinson.
Per chiarire immediatamente dubbi o diffidenze, vi ricordiamo che gli animali utilizzati nella Pet Therapy, come cani, gatti, conigli e cavalli, vengono addestrati per essere docili, amichevoli e confortanti.
Grazie a questa tipologia di terapia, quindi, vengono garantiti animali in grado di fornire un’interazione non giudicante e affettuosa, che può essere particolarmente benefica per le persone che affrontano le sfide della malattia di Parkinson.
Come la Pet Therapy può migliorare l'umore, la qualità della vita e i sintomi del Parkinson
La terapia assistita dagli animali può apportare benefici significativi per i pazienti affetti da malattia di Parkinson. Come anticipato, essa può infatti contribuire a migliorare l’umore, riducendo i livelli di stress e ansia.
L’interazione con un animale, come dimostrato da numerosi studi, promuove un senso di benessere e tranquillità, contribuendo a creare un ambiente positivo per il paziente.
Inoltre, la terapia assistita dagli animali può avere un effetto benefico sui sintomi fisici, quali ad esempio mobilità ed equilibrio, spesso compromessi dall’avanzamento della patologia stessa.
Una ramificazione maggiormente specifica della Pet Therapy riguarda l’interazione con il cane, che può migliorare l’umore, la qualità della vita e i sintomi di molteplici disturbi neurologici.
Un aspetto fondamentale è racchiuso, ad esempio, nell’incoraggiamento dell’attività fisica, che si è dimostrata utile per molte delle malattie studiate, anche quelle associate all’apoptosi del muscolo scheletrico, come la malattia di Huntington.
In conclusione, la terapia con i cani è da considerarsi un approccio non farmacologico sicuro ed efficace per il trattamento di disturbi neurologici cronici e progressivi.
Altre opzioni di trattamento non farmacologico per il Parkinson
Oltre alla Pet Therapy, esistono diverse altre opzioni di trattamento non farmacologico che possono contribuire a migliorare la qualità della vita dei pazienti con Parkinson.
Vediamone alcuni qui di seguito:
- fisioterapia: la fisioterapia può aiutare a migliorare la mobilità, l’equilibrio e la forza fisica dei pazienti con Parkinson. Può includere esercizi di stretching, di resistenza e di equilibrio, oltre a tecniche per migliorare la postura e la coordinazione;
- terapia occupazionale: questa forma di terapia si concentra su attività quotidiane come mangiare, vestirsi e scrivere. L’obiettivo è aiutare i pazienti a mantenere la loro indipendenza il più a lungo possibile;
- logopedia: la malattia di Parkinson può influire sulla capacità di parlare e deglutire di una persona. Un logopedista può insegnare tecniche per migliorare i problemi in questo campo, conferendo maggiore sicurezza al paziente;
- terapia nutrizionale: una dieta equilibrata può aiutare a gestire alcuni sintomi del Parkinson. Ad esempio, mangiare molta fibra e bere molti liquidi può aiutare a prevenire la stitichezza, un problema comune nei pazienti con Parkinson;
- arteterapia per anziani: attività come la pittura, il disegno o la musica possono aiutare a migliorare l’umore e a ridurre lo stress e l’ansia. Queste attività possono anche aiutare a migliorare la motricità fine, che può essere compromessa nella malattia di Parkinson;
- mindfulness e tecniche di rilassamento: la meditazione, lo yoga e altre tecniche di rilassamento possono aiutare a ridurre lo stress e l’ansia, migliorare l’umore e migliorare la qualità del sonno.
Il futuro della Pet Therapy nel trattamento del Parkinson
L’impiego degli animali come strumento terapeutico offre un’opportunità significativa per migliorare la vita dei pazienti con Parkinson. Questa forma di intervento, affiancando i trattamenti farmacologici, può agire come un valido complemento, contribuendo a un approccio di cura più completo.
È importante ricordare che l’obiettivo di queste terapie assistite dagli animali non è curare il Parkinson, ma piuttosto migliorare la qualità della vita dei pazienti, affrontando sia i sintomi fisici che il benessere emotivo.
Le prospettive future per l’uso degli animali nel trattamento del Parkinson sono incoraggianti. Con la continua evoluzione della ricerca e una crescente consapevolezza dei benefici di queste terapie, infatti, ci si aspetta di vedere un’adozione sempre più ampia di queste pratiche nei piani di cura per il Parkinson.
Inoltre, la volontà e il tentativo di spingersi oltre i confini di ciò che è possibile, potrebbero condurre la scienza all’emergere di nuove forme di terapie assistite dagli animali, capaci di includere l’uso di altre specie animali o l’integrazione di tecnologie avanzate.
Ne è un esempio la realtà virtuale. Essa, utilizzata in ambiti diversificati sempre più frequentemente, ha infatti l’innegabile capacità di migliorare l’esperienza dell’individuo che vi si sottopone. Lo stesso, quindi, potrebbe verificarsi anche in caso di terapie non farmacologiche.
In conclusione, sebbene il Parkinson rimanga una sfida da affrontare, l’uso di terapie non convenzionali come quelle assistite dagli animali offre una luce di speranza. Continuando a esplorare e a sfruttare questi metodi di trattamento, quindi, sarà possibile lavorare per migliorare la qualità della vita per tutti coloro che sono affetti da questa malattia.
Se hai bisogno di aiuto per una persona a te cara, contattaci: valuteremo insieme la situazione e troveremo la soluzione migliore per te!
Efrem Lirusso
Laureato in tecniche di radiologia medica, vanta una pluriennale esperienza nel settore della sanità e nell’area socio-assistenziale.