La malattia di Parkinson

La malattia di Parkinson, anche chiamata morbo di Parkinson o, semplicemente, Parkinson, è una malattia degenerativa del sistema nervoso centrale.

Chi ne è affetto manifesta quattro sintomi principali:

  • tremore
  • rigidità muscolare 
  • rallentamento o cessazione totale dei movimenti
  • instabilità

Altri sintomi possono essere difficoltà nel ragionamento e nella comprensione, difficoltà nell’utilizzo del linguaggio, perdita di memoria, depressione.

È la seconda malattia neurodegenerativa più comune dopo l’Alzheimer. 

Le cause sono tuttora ignote, ma sono stati fatti passi in avanti per quanto riguarda il suo trattamento.

Indice

Che cos’è la malattia di Parkinson?

La malattia di Parkinson è tra le malattie degenerative più frequenti del sistema nervoso centrale. 

Cenni storici

I suoi sintomi sono descritti in diverse fonti antiche:

  • nella Bibbia il predicatore Qoèle parla di persone affette da tremore, incurvamento, difficoltà olfattive e nella percezione dei toni del canto;
  • il medico indiano Charaka Samhita parla di una malattia che chiama “Kampavata”, dall’indiano “Kampa”, “tremore”.
  • Leonardo da Vinci paragona i tremori involontari ai brividi che colpiscono chi ha molto freddo.

È tuttavia solo con il saggio An essay on the Shaking Palsy (“Saggio sulla paralisi agitante”), scritto nel 1817 dal medico inglese James Parkinson, che si cominciò a studiare la malattia.

Notevoli passi in avanti nella sua comprensione furono fatti grazie agli studi condotti dal neurologo francese Jean-Martin Charcot, condotti tra il 1868 e il 1881

Fu lui a suggerire di rinominare la “paralisi agitante” in “malattia di Parkinson”.

Ma cosa sappiamo oggi?

Il Parkinson è un’affezione cronica del sistema nervoso centrale che causa la morte delle cellule nervose della substantia nigra, una zona profonda del cervello nella quale viene prodotta la dopamina.

La dopamina è un neurotrasmettitore con la funzione di regolare:

  • il movimento corporeo
  • il sonno
  • la sensazione di piacere e ricompensa
  • altre facoltà cognitive.  

Coloro che sono affetti dalla malattia di Parkinson manifestano principalmente difficoltà motorie e nell’equilibrio

Per questo è stata inserita in un gruppo di malattie chiamate “disordini del movimento”, delle quali risulta essere la più frequente.

Gli studi non hanno rilevato distinzioni etniche o di genere: è presente in tutto il mondo e in entrambi i sessi, anche se sembra affliggere leggermente di più i maschi.

In media si manifesta intorno ai 60 anni, mentre l’incidenza sale di molto superati gli 80 anni.

Circa nel 5% dei casi l’esordio si è verificato in giovane età, tra i 20 e i 40 anni.

I primi sintomi si manifestano soltanto dopo la perdita di circa il 60% delle cellule nervose. Per questo dall’inizio della degenerazione al manifestarsi dei primi sintomi possono passare anche 5 anni.

La malattia di Parkinson è infatti cronica e progressiva: i suoi effetti non si risolvono nel tempo, ma peggiorano.

Cosa causa il morbo di Parkinson?

Il Parkinson è una malattia idiopatica, ciò significa che nella maggior parte dei casi non ha cause apparenti.

Tuttavia alcuni fattori possono concorrere nel far insorgere la malattia. Analizziamoli insieme.

Predisposizione genetica

Le mutazioni di alcuni geni possono essere causa della malattia. I geni colpiti da mutazione possono essere:

  • alfa-sinucleina (SNCA) e dardarina (LRRK2), la cui presenza causa il fattore di rischio più alto;
  • parkina (PRKN);
  • ATP13A2;
  • DJ-1;
  • PTEN chinasi indotta putativo 1 (PINK1);

Il 20% circa dei pazienti affetti da Parkinson ha dei precedenti in famiglia.

Esposizione a elementi tossici

Non esistono correlazioni certe, ma diversi studi hanno rilevato che l’esposizione ad alcune tossine può aumentare considerevolmente il rischio di sviluppare la malattia.

Queste sono presenti in alcuni pesticidi, come il paraquat e il defoliante agente arancio, e in alcuni insetticidi, come il rotenone. Sono inoltre presenti in alcuni solventi, tra cui la trielina.

C’è il sospetto che alcuni metalli pesanti (ferro, zinco e rame) a cui vengono esposte diverse categorie di lavoratori, andando a depositarsi nella substantia nigra concorrano al presentarsi della malattia. Gli studi a riguardo si sono rivelati contraddittori.

Traumi alla testa

Ricevere ripetuti traumi alla testa può causare il manifestarsi della malattia di Parkinson. 

Ciò è stato ipotizzato dopo che una serie di atleti di sport da combattimento, primi tra tutti la boxe, hanno dimostrato sintomi della malattia. 

C’è la possibilità che sottoporre la testa a traumi multipli e continui possa causare piccole emorragie nel cervello che, con il tempo, ne vanno a modificare i processi chimici.

Il più famoso caso è quello di Muhammad Ali.

Quali sono i sintomi della malattia di Parkinson?

I sintomi più comuni del Parkinson sono principalmente motori

Riguardano: tremore a riposo, rigidità muscolare, rallentamento muscolare (bradicinesia), instabilità

Spesso con l’aggravarsi della malattia insorgono anche sintomi neuropsichiatrici, come disturbi del linguaggio, del pensiero, dell’umore e del comportamento.

In un primo momento, quando la malattia non ha ancora causato la morte di un numero considerevole di cellule nervose, i sintomi sono lievi e difficili da individuare

La malattia di Parkinson è una malattia subdola

Se noti che tu o i tuoi familiari presentate lievi tremori, difficoltà nella scrittura, che diventa piccola e lenta, fatica nel compiere sforzi muscolari (come alzarsi da una sedia) o difficoltà nel formulare ed esprimere pensieri, rivolgetevi al vostro medico

Diagnosticare precocemente la malattia è fondamentale per intervenire immediatamente e cominciare una terapia.

Analizziamo ora nel dettaglio i sintomi appena elencati.

Tremore a riposo

Il tremore è il sintomo di Parkinson più comune.

Si manifesta quando i muscoli non sono coinvolti in nessuna azione, per questo è definito “a riposo”, mentre cessa durante i movimenti volontari ed il sonno.

In un primo momento colpisce solo aree specifiche, come un braccio o una gamba, per poi estendersi in tutto il corpo. 

Il tremore è descritto come “l’atto di contare le monete” o il “pill-rolling”, in campo farmaceutico i movimenti effettuati per preparare le pillole.

È da tenere presente che il 30% dei malati di Parkinson all’esordio della malattia non era affetto da tremori!

tremore parkinson

Rigidità

La rigidità è causata da un’elevata resistenza muscolare, data dalla combinazione tra i tremori e l’aumento del tono muscolare

Può essere a “ruota dentata”, ossia a scatti, oppure a “tubo di piombo”, ossia totale

Può coinvolgere zone prossime al busto (collo, spalle, fianchi), o zone distanti (polsi, caviglie).

La rigidità è spesso associata a dolore articolare, da considerare come sintomo iniziale della malattia.

Rallentamento muscolare

Detto anche bradykinesia, il rallentamento dei movimenti è il sintomo più caratteristico della malattia di Parkinson.

Riguarda la difficoltà nella pianificazione, nell’avvio e nell’esecuzione di movimenti consequenziali e simultanei

Questo sintomo si manifesta con un rallentamento nello svolgimento delle attività quotidiane, nei movimenti ordinari e nei tempi di reazione

Gli effetti della bradykinesia possono essere ridotti grazie all’utilizzo di strumenti di supporto, come stampelle o deambulatori.

assistenza alla persona: anziana con deambulatori

Instabilità posturale

L’instabilità posturale è un sintomo che si presenta quando la malattia di Parkinson è ormai a uno stadio avanzato

È la causa più comune di cadute ed espone il malato a un alto rischio di fratture, soprattutto dell’anca. 

Viene individuata mediante un “pull test” (test di tirata), il quale prevede che il medico afferri le spalle del paziente e lo “strattoni” in avanti e indietro: l’assenza di risposta o lo spostamento per più di due passi dal punto di partenza indicano la presenza di instabilità.

I sintomi motori sono alla base dei problemi di deambulazione tipici dei malati di Parkinson, la cui camminata è caratterizzata da un passo lento, composto da piccoli passi strisciati

Spesso si verifica il fenomeno della “festinazione”, ossia una progressiva accelerazione del ritmo della camminata che il più delle volte si conclude con una caduta.

Gli altri sintomi del morbo di Parkinson

Il Parkinson può causare anche altri disturbi, soprattutto neuropsichiatrici, presenti talvolta nella fase iniziale della malattia, quasi sempre con il suo aggravarsi.

Ecco quali sono:

  • disturbi cognitivi, che comprendono la difficoltà nella formulazione e pianificazione dei pensieri, calo dell’attenzione e malfunzionamento della memoria;
  • demenza;
  • depressione;
  • apatia;
  • ansia;
  • disfunzioni sessuali;
  • disturbi urinari;
  • disturbi dell’olfatto;
  • sonnolenza diurna e insonnia;
  • disturbi della pressione arteriosa;
  • malfunzionamenti delle funzioni gastro-intestinali;
  • raramente allucinazioni o deliri.

Come viene diagnosticata la malattia di Parkinson?

La diagnosi della malattia viene effettuata da un neurologo in seguito allo studio della storia clinica del paziente (personale e familiare), l’analisi dei sintomi e vari esami neurologici

Siccome non esiste un test in grado di confermare la presenza del Parkinson, gli esami strumentali che vengono effettuati hanno l’obiettivo di escludere la presenza di altre malattie.

Gli esami strumentali indispensabili sono:

  • Risonanza magnetica nucleare ad alto campo;
  • SPECT DAT scan;
  • PET cerebrale;
  • scintigrafia del miocardio.

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Come si cura il Parkinson?

Purtroppo a oggi non esiste una cura per la malattia di Parkinson, ma la medicina ha fatto considerevoli passi in avanti nel trattamento dei suoi sintomi.

La terapia prevede trattamenti diversi a seconda della fase della malattia e varia a seconda della risposta dell’organismo alla somministrazione dei farmaci

In un primo momento l’obiettivo è trovare il giusto compromesso tra il controllo dei sintomi e l’insorgere degli effetti collaterali dei farmaci.

Quando l’organismo non risponde più ai farmaci l’obiettivo principale diventa ridurre i sintomi della malattia. In questo caso vengono utilizzati la chirurgia e la stimolazione cerebrale.

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Conclusione

Il Parkinson è una malattia i cui sintomi peggiorano irrimediabilmente nel tempo. 

Purtroppo, a oggi, non esistono cure, ma le terapie e la riabilitazione possono aiutare nel controllare l’insorgenza dei sintomi e fornire sollievo.

Per questo diagnosticare fin da subito la malattia è fondamentale!

Se tu o i tuoi familiari presentate i sintomi della malattia di Parkinson, rivolgetevi al vostro medico.

Se hai bisogno di aiuto per una persona a te cara, contattaci: valuteremo insieme la situazione e troveremo la soluzione migliore per te! 

Efrem Lirusso

Efrem Lirusso

Laureato in tecniche di radiologia medica, vanta una pluriennale esperienza nel settore della sanità e nell’area socio-assistenziale.