Monitorare la salute delle ossa è fondamentale per prevenire l’insorgenza di importanti patologie, come l’osteoporosi ad esempio.
Esploriamo, oggi, l’argomento della densitometria ossea: come si fa? A che cosa serve, nel dettaglio? Quando è consigliabile svolgere l’esame?
Che cos’è la densitometria ossea?
La densitometria ossea (o DXA) è una tecnica diagnostica che viene utilizzata in medicina con due obiettivi principali:
- misurare la densità minerale delle ossa;
- rilevare la quantità di calcio presente.
Per questo motivo, l’esame della densitometria ossea è di fondamentale importanza nella diagnosi e nel monitoraggio dell’osteoporosi.
Parliamo infatti di una malattia che comporta una riduzione del contenuto minerale osseo con il conseguente aumento di rischio di fratture (anche con traumi lievi).
La densitometria è, quindi, un alleato essenziale per prevenire e gestire questa patologia, che può compromettere in modo serio la salute e la qualità della vita di chi ne è affetto.
Il test è veloce, non invasivo e utilizza una bassa dose di raggi X per valutare specifiche aree scheletriche, come la colonna vertebrale e il femore.
Esame densitometria ossea: quando farlo?
Abbiamo visto come l’esame di densitometria ossea sia fondamentale per valutare la salute ossea nel corso del tempo.
E, soprattutto, per identificare eventuali cambiamenti/segnali indicativi di un rischio aumentato di fratture osteoporotiche.
La frequenza con cui si dovrebbe ripetere l’esame dipende da diversi fattori, come:
- la presenza di osteoporosi;
- la presenza di fattori di rischio;
- specifiche indicazioni mediche.
Nel dettaglio, le persone che soffrono di osteoporosi o hanno fattori di rischio significativi (problemi di deambulazione o familiarità con la patologia), dovrebbero sottoporsi a un esame di densitometria a livello periodico.
In genere, si consiglia di ripetere l’esame ogni 18-24 mesi, indipendentemente dalla presenza o meno di osteoporosi.
Questo vale sia per le donne di età superiore ai 65 anni che per gli uomini di età superiore ai 70 anni.
Ricordiamoci infatti che l’invecchiamento è associato a una maggiore perdita di massa ossea che, di conseguenza, aumenta il rischio di fratture.
L’osteoporosi è in effetti particolarmente diffusa tra le donne nel periodo post menopausa (a causa della diminuzione dei livelli di estrogeni) e negli uomini sopra i 60 anni.
Va detto però che oltre all’età avanzata, ci sono però altri fattori di rischio che possono rendere necessaria una densitometria, come ad esempio:
- una dieta povera di calcio;
- una carenza di vitamina D;
- l’abitudine al fumo;
- un eccessivo consumo di alcol;
- periodi prolungati di immobilizzazione o stile di vita sedentario;
- l’assunzione di farmaci osteopenizzanti (come corticosteroidi, antiepilettici, anticoagulanti, immunosoppressori);
- storia familiare di fratture osteoporotiche (soprattutto se non causate da traumi significativi);
- presenza di malattie renali o epatiche;
- ipertiroidismo;
- artrite reumatoide.
Ci teniamo inoltre a sottolineare che anche le persone già in trattamento per l’osteoporosi dovrebbero sottoporsi ad un esame di densitometria ossea in modo periodico per monitorare la risposta al trattamento e apportare eventuali modifiche al piano di trattamenti.
Vi consigliamo, naturalmente, di consultare il vostro medico di fiducia per valutare la storia medica e gli eventuali fattori di rischio.
Come si svolge l’esame di densitometria ossea?
Abbiamo parlato in lungo e in largo della densitometria ossea: ma come si esegue nello specifico?
L’esame di densitometria prevede un procedimento relativamente semplice e non invasivo.
Di norma, non è richiesta alcuna preparazione speciale per un esame di DXA.
Sarebbe naturalmente consigliabile indossare indumenti comodi senza parti metalliche, come bottoni o fibbie, poiché potrebbero interferire con il processo di imaging.
Il paziente viene fatto sdraiare su un tavolo piatto: la parte del corpo da esaminare viene posizionata tra un emettitore di raggi X e un rilevatore sul lato opposto.
Come abbiamo già detto, di solito le aree più comunemente esaminate sono l’anca e la colonna vertebrale, anche se in alcuni casi può essere esaminato anche l’avambraccio, il tallone o il calcagno.
Durante l’esame, il tavolo si muove lentamente attraverso la macchina DXA mentre viene emessa una limitata quantità di raggi X.
È importante mantenere una posizione ferma durante la scansione per garantire immagini chiare e accurate.
La scansione di solito richiede solo pochi minuti, a seconda ovviamente delle aree esaminate e della precisione richiesta.
Una volta completato l’esame, le immagini vengono analizzate da un radiologo o da un tecnico specializzato in densitometria ossea.
I risultati della densitometria ossea vengono solitamente forniti in termini di densità minerale ossea, espressa in grammi per centimetro quadrato (g/cm²) o come deviazioni standard dal picco di massa ossea di una persona giovane sana (T-score).
Questi risultati vengono quindi utilizzati per valutare il rischio di fratture osteoporotiche e per guidare eventuali decisioni di trattamento.
In conclusione...
Come abbiamo visto, la densitometria ossea è estremamente importante per la prevenzione di importanti patologie come l’osteoporosi.
Questo esame, non invasivo e veloce, consente di monitorare l’evoluzione della salute ossea e di intervenire tempestivamente con trattamenti preventivi o terapeutici.
Se hai bisogno di maggiori informazioni, contattaci.
Efrem Lirusso
Laureato in tecniche di radiologia medica, vanta una pluriennale esperienza nel settore della sanità e nell’area socio-assistenziale.